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Autore/i: Luca Galuppini
Parole chiave: Luoghi di memoria, Memoria, Shoah
Come citare questo articolo: Luca Galuppini, Recensione di A. Cavaglion, Decontaminare le memorie. Luoghi, libri, sogni, Add Editore, Torino 2021, in “I Luoghi della storia nel Novarese e nel Verbano-Cusio-Ossola”, A. 1 – N. 1/2024
Alberto Cavaglion, Decontaminare le memorie. Luoghi, libri, sogni, Add Editore, Torino 2021
Nell’ambito della rassegna Zakhor, organizzata da una larga compagine di enti in occasione dell’Ottantesimo anniversario della strage di ebrei consumatasi tra il settembre e l’ottobre 1943 tra i laghi Maggiore, Orta e Mergozzo, il 14 ottobre 2023 a Meina si è tenuta la presentazione del libro Decontaminare le memorie di Alberto Cavaglion, docente di Storia dell’Ebraismo presso l’Università di Firenze.
Nel libro, edito da ADD, Cavaglion si interroga sui giorni della memoria e sulla loro crisi, sia in termini di contenuti che in termini di modalità. In un contesto storico in cui l’esercizio della memoria sembra insufficiente ad arginare i fenomeni dell’antisemitismo, del razzismo e del negazionismo, il professor Cavaglion ci pone davanti a una riflessione provocatoria: «non servono studenti con il trolley che viaggiano verso Auschwitz» (p.26), ma persone con un percorso conoscitivo e per così dire spirituale costruito sui testi che ci sono arrivati.
La domanda di fondo è sul ruolo pedagogico della memoria e sulla ricerca che riguarda luoghi, oggetti, storie e tracce. La priorità per Cavaglion è quella di guardare e conoscere i luoghi meno noti, spazi trascurati ma ricolmi di significato e contenuti per la costruzione di una memoria civile condivisa. Non solo le testimonianze delle persone, ma anche la letteratura, l’arte, i documenti. Occorre formare una “ecologia della memoria” che metta a confronto paesaggio naturale e paesaggio o memoria dell’uomo. Una riflessione importante in un luogo come Meina, profondamente segnato dalla vicenda della strage, che conta qui sedici vittime di tutte le età.
Partendo dalla riflessione di Gilles Clemet nel suo Manifesto del terzo paesaggio, Cavaglion introduce l’idea di un «quarto paesaggio» (p.30), espressione delle relazioni tra il presente e l’eredità del passato. «Luoghi abbandonati dove si è commesso un crimine, un eccidio, una strage, spazi nascosti dove innocenti sono stati reclusi per via dei loro orientamenti politici o per la loro diversità» dice David Bidussa nella sua recensione del libro. Pubblicata su DoppioZero. Per indagare a fondo questa dimensione secondo Cavaglion occorre fermarsi sulla soglia per poi farsi accompagnare e comprenderne il senso attraverso le emozioni e la costruzione di linguaggi di consapevolezza.
Anche per questo siamo contenti che la rete nazionale del WeCare, da anni impegnata nella costruzione di Memoria a partire dalle emozioni e dai linguaggi, abbia deciso di invitare il professore alla propria formazione nazionale. Insieme ai ragazzi che fanno parte della rete abbiamo costruito nel tempo un rapporto duraturo e proficuo che ha porta ogni anno centinaia di ragazze e ragazzi delle scuole novaresi a visitare i luoghi della Memoria della provincia di Novara e a costruire, insieme, una società civile e responsabile.